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Mentre il mondo continua a correre, l’Italia sembra essersi fermata. Ha conquistato un posto tra le potenze del G7, ha sviluppato la seconda industria manifatturiera d’Europa, ma gli stipendi sono al palo e il costo dei servizi pubblici, di gas e benzina aumenta vertiginosamente. Chi tenta di risparmiare spesso ha l’impressione che l’economia e la finanza siano lontanissime dalla vita di tutti i giorni. Ma non è così. Ciò che si decide a Bruxelles o a Washington influisce sul nostro quotidiano in molti modi: può avere un impatto sul prezzo della frutta o sulle possibilità di trovare lavoro e nuovi clienti per un’azienda. Le scelte della Banca Centrale Europea possono farci ottenere o negare un prestito, e possono renderlo più o meno caro. Il futuro di ricchezza o povertà dell’Italia e dei suoi cittadini, insomma, dipende in larga misura dalle decisioni di politica economica che prenderemo. Perché c’è un filo che unisce i mercati internazionali al mercato rionale, i palazzi del potere a ciò che mettiamo nella busta della spesa. E che passa per imprese, lavoratori ed elettori: per questo è fondamentale essere ben informati e consapevoli. Attraverso dati, approfondimenti, aneddoti – e raccogliendo le testimonianze di alcuni tra i principali protagonisti della finanza e dell’industria italiane (dall’amministratore delegato di Unipol Carlo Cimbri al segretario generale della UIL Pierpaolo Bombardieri) – Ricchi o poveri? fotografa la situazione dell’Italia in modo finalmente chiaro e comprensibile, senza sminuire né nascondere le sfide che ci attendono.